COLESTEROLO: NON FARLO DIVENTARE “CATTIVO”

Negli ultimi tempi ho avuto l’occasione di leggere articoli o vedere programmi tv in cui si parla del così tanto temuto colesterolo. Si tende a vederlo in un’altra ottica, meno preoccupante.

Ecco alcune cose interessanti da sapere:

Non solo il colesterolo non è poi così cattivo, ma studi affermano che avere il colesterolo basso è più pericoloso che averlo alto.
Negli ultimi anni si prescrivono con molta facilità le statine per abbassare il colesterolo e sembra il farmaco ideale perché è efficace e non dà problemi subito. Infatti li dà nel tempo: confusione mentale, diminuzione della memoria, disturbi cognitivi, dolori muscolari, stanchezza, persino demenza, diabete, epatite, cataratta etc.

Da molte ricerche si è visto che le morti non erano collegate al colesterolo, infatti molte delle persone morte per infarto non avevano il colesterolo alto.
Il Dr. Mastrangelo afferma che, anzi, il colesterolo protegge da molte patologie come per esempio dai colpi apoplettici.

Il colesterolo è uno dei grassi essenziali per il nostro corpo e spesso viene demonizzato a causa di alcune informazioni superficiali.

Ogni cosa che il nostro corpo produce ha un’utilità. Il colesterolo infatti è fondamentale per la costruzione delle membrane cellulari, per la produzione di ormoni come cortisolo, testosterone, vitamina D etc. Le LDL hanno il ruolo di portare colesterolo alle cellule che lo richiedono, per i bisogni accennati poco fa.
Il nostro corpo ha bisogno di colesterolo e studi affermano che livelli bassi di questa sostanza possono indurre persino la morte a causa di diverse patologie.

Si è diffusa l’idea che il colesterolo causa ateromi (placche), che sono alla base di ictus e infarto. Poiché gli ateromi sono composti principalmente di colesterolo, si crede che chi ha il colesterolo alto può correre un rischio maggiore per la formazione delle placche.

In realtà il problema sta “a monte”. Ci sono altre cause scatenanti che inducono l’adesione delle LDL e la formazione degli ateromi, che non hanno a che vedere con la quantità di colesterolo presente nel sangue.

Quali sono i fattori che inducono la formazione degli ateromi?

Essenzialmente l’alimentazione, ma non si tratta, come si credeva, di grassi saturi, ma piuttosto di alimenti ricchi di zuccheri.
Lo zucchero causa infiammazione nell’organismo in generale e anche l’infiammazione dell’endotelio arterioso (la parte interna delle arterie) e su un tessuto infiammato è più facile l’adesione del colesterolo LDL.

Il glucosio porta all’ossidazione delle LDL, che diventano piccole e non riescono più a distribuire il colesterolo alle cellule e quindi diventano più adesive ed entrano in contatto con le pareti, riuscendo persino a infiltrarvisi.

Gli zuccheri richiamano insulina nel sangue e l’insulina stimola la produzione di un enzima che induce il fegato a produrre LDL, nonostante il corpo non abbia necessità di tanto colesterolo.
Quando parliamo di zuccheri non pensiamo solo allo zucchero che mettiamo nel caffè, ma anche agli zuccheri che si trovano in alimenti (carboidrati) come pane, pasta, riso (circa l’80 percento) e i legumi (circa 75 percento), come spiega Adriano Panzironi nel suo libro Vivere 120 anni.

Come riusciamo a capire se siamo a rischio? Quali sono i parametri?

La medicina ufficiale li ha individuati nella quantità totale di colesterolo nel sangue, ma è molto più importante vedere se le lipoproteine presenti nel sangue sono piccole o grandi. Studi hanno dimostrato che sono le piccole che più facilmente diventano adesive e producono ateromi.

Infatti le LDL (colesterolo “cattivo”) inizialmente sono più grandi (VLDL) e sono utili all’organismo perché contengono acidi grassi, oltre al colesterolo. Esse distribuiscono i grassi alle cellule, finché rimangono solo le LDL. Queste continuano a distribuire colesterolo alle cellule che ne fanno richiesta. Una volta che avranno distribuito il colesterolo, vengono riassorbite dal fegato. Se durante questo processo le LDL vengono ossidate per esempio dall’eccesso di radicali liberi o di una glicemia troppo alta, porta all’ossidazione dei recettori che permettono il rilascio del colesterolo e quindi queste  cellule non possono più distribuire il colesterolo, e non possono neanche più essere riassorbite dal fegato e quindi tendono a subire sempre più l’ossidazione. A quel punto diventano più pesanti, più appiccicose e incominciano a infiltrarsi nell’endotelio e a formare gli ateromi.

Come evitare tutto questo?
Evitando il consumo di zuccheri. Una dieta a basso indice glicemico regola gli zuccheri nel sangue e di conseguenza la produzione endogena di colesterolo e di trigliceridi. In più aiuta a dimaggrire!!

Segui Tania Ansaldi:

Come quasi tutte le donne ho sperimentato per anni ogni tipo di dieta e intruglio per dimagrire, patendo molta fame. Ultimamente é cambiato qualcosa nella conoscenza e nella percezione del nostro organismo, e una sana dieta é diventato sinonimo di alimentazione salutare, per vivere meglio, che dura tutta la vita e che limita le nostre privazioni. Mangiare sano e fare un moderato esercizio fisico aiuta a vivere meglio. Mi sono appassionata a questi argomenti, e più li conoscevo, più mi accorgevo che c’era molto altro da scoprire, fino a quando mi sono resa conto che tutte le informazioni che mi hanno aiutata a conoscermi meglio potevano essere utili anche ad altri, e le racconto su questo blog.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.