ANTIDEPRESSIVI E SONNIFERI: RISCHIO DI ALZHEIMER

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antidepressivi

Fatte attenzione ai farmaci presenti nel vostro armadietto dei medicinali perché potrebbero essere collegati al Morbo di Alzheimer – avverte la dottoressa Gayatri Devi, direttrice del NY Memory Center and Healthy Aging Services e ospite al Dr. Oz Show. Si tratta di pillole, generalmente benzodiasepine, che vengono prescritte con facilità e che le persone assumono per alleviare l’ansia, l’insonnia e gli attacchi di panico. Sono stati riscontrati, oltre a qualche caso di overdose, degli effetti collaterali potenzialmente pericolosi, come dipendenza, vertigini, senso di confusione e perdita di memoria. Una recente ricerca ha segnalato un nuovo motivo per cui essere preoccupati, evidenziando un sorprendente collegamento tra benzodiasepine e il morbo di Alzheimer. Sei anni di dati rivelano che chi assume questi farmaci ha il 50% di probabilità in più di ammalarsi di Alzheimer e più si fa uso di queste pillole, più elevato sarà il rischio. Considerato che oltre il 50% degli anziani assume questi farmaci, l’incidenza di Alzheimer è salita vertiginosamente in tutto il mondo e le donne che assumono le benzodiasepine sono il doppio degli uomini. Questi farmaci, se presi per più di 3 mesi, indeboliscono la memoria e ne provocano la disfunzione. Spesso l’assunzione comincia in giovane età e si sviluppa una dipendenza (per esempio non si è più in grado di farne a meno per riuscire a dormire), per cui c’è una stretta correlazione tra questi farmaci e la perdita di memoria o l’Alzheimer, che colpisce a tutte le età. Questi farmaci indeboliscono il Sistema Nervoso Centrale, rallentano le funzioni cerebrali e quindi provocano problemi di memoria. Abbiamo detto che vengono utilizzati per trattare problemi come ansia, insonnia etc., ma hanno un effetto momentaneo, perché curano i sintomi, non la causa di fondo. Durante la trasmissione del Dr. Oz hanno mostrato delle immagini di una TAC di due cervelli a confronto: uno normale e uno sotto l’effetto delle benzodiasepine. Il cervello sotto effetto del farmaco era come stordito, spento. Le sono state paralizzate le parti responsabili della memoria, quelle che sono danneggiate quando si ha il Morbo di Alzheimer.
In conclusione, se questi farmaci vengono assunti per un breve periodo (una settimana, un mese al massimo) e sotto stretto controllo medico, non è preoccupante. Se si assumono per un periodo più lungo il rischio di sviluppare dipendenza è molto elevato. È importante capire quanto sono dannosi e che c’è un limite.
Io consiglio di fare attività fisica, possibilmente all’aperto (fa produrre al nostro organismo le endorfine, che ci danno buonumore), di cercare un interesse che prenda la mente, di praticare la meditazione e soprattutto di accettare il dolore o il disagio.
La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia – Gandhi.

Inoltre questi medicinali intorpidiscono il cervello e impediscono di vivere la vita al meglio! Chi vuole diventare uno zombie?!

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Come quasi tutte le donne ho sperimentato per anni ogni tipo di dieta e intruglio per dimagrire, patendo molta fame. Ultimamente é cambiato qualcosa nella conoscenza e nella percezione del nostro organismo, e una sana dieta é diventato sinonimo di alimentazione salutare, per vivere meglio, che dura tutta la vita e che limita le nostre privazioni. Mangiare sano e fare un moderato esercizio fisico aiuta a vivere meglio. Mi sono appassionata a questi argomenti, e più li conoscevo, più mi accorgevo che c’era molto altro da scoprire, fino a quando mi sono resa conto che tutte le informazioni che mi hanno aiutata a conoscermi meglio potevano essere utili anche ad altri, e le racconto su questo blog.

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