La pressione alta del sangue è un problema molto conosciuto. Si calcola che un quarto della popolazione europea soffre di ipertensione e fa uso di farmaci, senza contare le persone che hanno la pressione alta e non lo sanno. Infatti spesso non dà sintomi, almeno finché non si arriva a livelli molto alti, e possiamo essere ipertesi senza saperlo, perciò bisognerebbe tenere sotto controllo i valori pressori.
L’ipertensione è il fattore di rischio principale per l’infarto e l’ictus, malattie che portano spesso alla morte oppure a disabilità.
I valori ideali della pressione arteriosa devono essere di 115-120 massima (sistolica) e 75-80 di minima (diastolica). La pressione sistolica indica la forza con cui il cuore spinge il sangue nei vasi sanguigni, per farlo arrivare in ogni parte del nostro corpo. Quella diastolica indica l’elasticità dei nostri vasi e il recupero del cuore.
Quando la pressione arteriosa supera i 140 con 90 si passa alla ipertensione e si devono prendere provvedimenti (generalmente farmaci).
L’innalzamento della pressione può essere causato da molti fattori comportamentali come alimentazione (per esempio l’eccesso di sale , di zucchero o di grassi dannosi), sedentarietà (uno dei fattori che aiutano a regolare la pressione arteriosa è l’esercizio fisico), fumo di sigaretta e stress.
Quando la pressione del sangue diventa alta crea infiammazioni e microlesioni all’interno dei nostri vasi. Il corpo cerca di riparare i danni usando il colesterolo. Si formano così delle placche e quando queste aumentano si restringe il lume del vaso, impedendo il fluire corretto del sangue.
Lo stress è entrato a far parte della nostra vita, sembra quasi una normalità, ma è causa di molte patologie e dobbiamo fare di tutto per ridurlo.
Lo stress fa parte della nostra evoluzione, era essenziale alla sopravvivenza. I nostri antenati venivano a contatto con situazioni di stress, cioè di vigilanza e allerta, quando si sentivano minacciati da una bestia feroce o quando andavano a caccia. In quei momenti aumentava il battito cardiaco e la pressione sanguigna, per preparare il corpo a combattere o a fuggire. Poi si rilassavano per un certo periodo. Siamo quindi progettati per identificare il pericolo e reagire di conseguenza. Nel tempo, però, il tipo di stress è cambiato. Il nostro sistema neurologico perlustra l’ambiente e cerca di individuare i pericoli.
Oggi, però, il nostro stato di vigilanza non è più di tipo fisico e non avviene saltuariamente. Oggi lo stress viene da fonti per lo più di tipo psicosociale, difficili da identificare e persistono per tutta la giornata, anche in base alla nostra percezione di pericolo a livello conscio o inconscio. Questo stato di vigilanza prolungato mette il nostro corpo in condizioni di combattere e quindi aumenta il battito cardiaco e ha un enorme impatto a livello della pressione arteriosa.
Si è visto che questo accade anche nei bambini quando vengono distaccati dalla figura materna, che significava protezione e sicurezza, per essere portati all’asilo nido. La loro pressione aumenta, perché si vedono in un ambiente sconosciuto e non si sentono più protetti e sicuri.
Quando la pressione è alta sono fondamentali le terapie farmacologiche, ma è bene sapere che è reversibile. Curando l’alimentazione, facendo con regolarità attività fisica e perdendo il peso superfluo si può tornare ad avere una pressione normale, senza più fare uso di farmaci.
Ovviamente bisogna curare anche lo stress. Bisogna cominciare a praticare la respirazione profonda, la meditazione, training autogeno, yoga o altre tecniche di rilassamento. Stare di più a contatto con la natura è un ottimo modo per calmarsi e rilassarsi. Dobbiamo avere pazienza e fiducia e insistere, anche se i risultati non sono immediati. La meditazione ci aiuta anche ad essere più consapevoli di come vanno le cose intorno a noi e ad essere più malleabili, più adattabili. É completamente inutile, per esempio, lasciarsi prendere dal nervosismo se c’è traffico, dopotutto anche noi ne siamo la causa, oppure le code che a volte siamo costretti a fare alla posta o alla banca, o se al lavoro ci sono persone con cui non abbiamo molto feeling, dobbiamo pensare che non sono cose che mettono in pericolo la nostra vita.
Dobbiamo valutare la situazione e se non è possibile fare un cambiamento, cercare di ridimensionare la tensione fisica e la risposta a questi eventi quotidiani, altrimenti il nostro sistema neurologico ci metterà in condizioni di “combattere” e quindi di stare in un continuo stress.
Non dobbiamo fare affidamento solo sui farmaci, che hanno anche effetti collaterali e poi uno tira l’altro…Noi possiamo fare molto di più per il nostro benessere.
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