
Innanzitutto uno degli ostacoli alla felicità è proprio l’errata convinzione di dover essere sempre felici. Ovviamente questo non può essere possibile. Tutti noi affrontiamo periodi più belli e periodi più brutti.
D’altronde che gusto avrebbe la felicità se non ci fossero anche momenti più bui? Come fai a capire se una cosa è bella se non vedi anche cose brutte? Come fai a sapere che una cosa è buona se non assaggi anche cose cattive?
Aspirare alla felicità è una cosa normale, ma se diventa un’ossessione può degenerare in ansia patologica.A tutti noi capitano momenti difficili. La consapevolezza di non essere felici, però, ci rende ancora più stressati e ansiosi.
1. L’ Ansia
Uno degli ostacoli alla felicità è l’ansia per il futuro.
Lo psichiatra Mike Dow ricorda che ogni medaglia ha il suo rovescio.
A volte l’ansia, la preoccupazione e la paura possono aiutarci a cambiare la vita. L’ansia può aiutare a individuare il pericolo.
Altre volte l’ansia può diventare nociva.
Come capire se l’ansia diventa nociva?
- Se soffrite di mal di stomaco più di due volte alla settimana.
- Se siete ingrassati di due o più chili nelle ultime settimane.
- Se vi sentite tesi.
- Se avete perso il sonno.
- Se avete sovente mal di testa.
Vivere in mezzo alla gente
Gabrielle Bernstein, life coach, sostiene che una teoria alla base dell’ansia è la disconnessione con la comunità. Tutti frequentiamo i social media, ma abbiamo perso il legame con la nostra comunità. Non siamo davvero collegati gli uni con gli altri. Cerchiamo ossessivamente di stare al passo con i social e siamo esposti a un costante sovraccarico di informazioni.
Riceviamo notizie tutto il giorno, non facciamo che controllare il nostro cellulare. Sui social si vedono generalmente persone felici e questo ci convince che dobbiamo essere sempre felici. E’ bello condividere con gli altri i momenti più belli, è anche un modo per archiviare i ricordi, ma non deve diventare una competizione.
Il contatto vero con le persone è molto più appagante. Nei posti in cui c’è una più alta concentrazione di ultracentenari, le cosiddette zone blu, le persone fanno parte attiva di una comunità. Si frequentano, si riuniscono in chiesa o in qualche circolo, gli anziani hanno un posto d’onore all’interno della famiglia (specialmente in Giappone e Cina). Facendo parte della comunità non ci sentiamo soli, ci sentiamo più protetti e meno ansiosi e depressi.
2. Il traffico
Vi sembra banale? Il traffico, invece, è un motivo di nervosismo e tensione molto comune.
Ne ha parlato anche Pedram Shojai nel suo libro The Urban Monk.
Molti di noi devono recarsi al lavoro in automobile quasi tutti i giorni e si sa che, specialmente nelle ore di punta, il traffico aumenta, a volte si formano veri ingorghi. Siamo già di corsa e il rallentamento aumenta il rischio di arrivare tardi e questo aumenta la nostra tensione.
Cosa si può fare? Serve a qualcosa suonare ripetutamente il clacson? Possiamo evitare l’imprigionamento tra tutte quelle macchine? Probabilmente no.
Serve a qualcosa lasciarci soffocare dal nervosismo e dalla preoccupazione? Assolutamente no.
La nostra proiezione catastrofica della situazione che si creerà, probabilmente non avverrà affatto. Molto probabilmente la causa del rallentamento si risolverà presto e il traffico riprenderà a fluire regolarmente e arriverete al lavoro all’ora prestabilita. E, se proprio qualcosa non va, i vostri superiori capiranno, specialmente che non siete “il solito ritardatario”.
Cosa si può fare
Cosa si può fare mentre siamo in coda, anziché arrabbiarsi e guardare impazienti l’orologio ogni tre secondi?
Capire che non possiamo cambiare le cose e accettare la situazione. Per prima cosa rilassarsi facendo dei respiri profondi, usando il diaframma: il cuore rallenta e il sangue si ossigena.
Poi possiamo prendere l’occasione come un’opportunità per stare con se stessi. Dire “Finalmente ho un po’ di tempo per me”. Ascoltare la musica preferita, un audiolibro, un podcast, qualsiasi cosa che per voi significa nutrimento per l’anima.
Così arriveremo felici e tranquilli alla destinazione.
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La felicità si deve coltivare con cura, passo dopo passo. Cominciare a tenere sotto controllo questi due passi è un buon inizio.
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