Lo zucchero di cocco viene utilizzato da secoli dalle popolazioni del Sudest Asiatico, ma solo ultimamente è apparso anche nei Paesi occidentali, principalmente per il suo basso Indice Glicemico (circa 35, rispetto al glucosio, che ha 100).
Verrebbe da pensare che si estrae dalle noci di cocco, ma in realtà si ottiene dalla linfa delle inflorescenze delle palme da cocco. Quando la palma giunge a maturazione, cioè tra i 6 e i 10 anni, comincia a produrre grandi grappoli floreali. La pianta converte le sue riserve di amido in zucchero, per la crescita dei fiori e da gennaio a giugno i coltivatori di palme cominciano a incidere le inflorescenze. La linfa defluisce naturalmente e viene raccolta in contenitori, mattina e sera. Viene poi filtrata e messa in ampi recipienti per farla evaporare, finché si ottiene una massa solida, che viene modellata in panetti. Successivamente i panetti vengono sbriciolati e si ottiene un granulato irregolare, integrale e completo di tutti i micronutrienti della pianta. Lo zucchero di cocco è il più ricco di nutrienti tra gli zuccheri naturali come sciroppo d’agave o di acero, zucchero di canna o miele. Contiene infatti minerali come potassio, calcio, fosforo, azoto, magnesio, zolfo, zinco, rame, manganese e vitamine come la vitamina C e vitamine del gruppo B. Va aggiunto che la raccolta della linfa non danneggia la pianta, cioè non pregiudica la formazione dei frutti, quindi la pianta porta a termine tutte le sue fasi biologiche.
Lo zucchero di cocco assomiglia molto allo zucchero grezzo di canna per colore e ha un sapore caramellato, che non altera il sapore delle bevande, yogurt, gelati, macedonie o altri prodotti che va ad addolcire.
Pur contenendo saccarosio e fruttosio, che danno calorie, contiene anche fibra (inulina) e minerali che rallentano l’assorbimento dello zucchero di cocco da parte dell’organismo. Le calorie infatti non hanno più molta importanza nella nutrizione di oggi, perché numerosi studi hanno appurato che contano molto di più i nutrienti dell’alimento che si consuma. Ciò significa che a parità di calorie puoi essere in buona salute o denutrito, dipende dalla scelta degli alimenti che mangi. Per esempio 100 g di avocado hanno circa 230 calorie, che forniscono grassi essenziali Omega 3, fibre, vitamine e minerali. Un pacchetto di patatine ha più o meno lo stesso contenuto di calorie, ma sono calorie vuote, cioè non forniscono all’organismo nessun tipo di nutriente per il suo benessere. Lo zucchero di cocco sembra essere una buona scelta e, grazie al suo basso Indice Glicemico, può essere consumato anche da chi soffre di diabete o da chi segue una dieta dimagrante.
Ci sono due tipi di zucchero di cocco: quello lavorato a caldo e quello nella cui lavorazione la temperatura non supera i 40 gradi. Ovviamente quest’ultimo, anche se più caro, è da preferire perché mantiene intatte le sostanze nutritive. Si trova in vendita nei negozi bio oppure online, a un prezzo che varia da 12 a 24 euro al chilogrammo, a seconda dei metodi di lavorazione.
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