LE CONSEGUENZE DELLA SOLITUDINE

Al momento in cui scrivo questo articolo la società inizia a riaprirsi dopo circa due mesi di isolamento forzato.
Anche se è presto per capire quali siano state le conseguenze di questo repentino cambio di vita, recenti studi hanno dimostrato che la solitudine può causare infiammazione nel nostro cervello.
Le persone che si sentono isolate socialmente hanno livelli più alti di marcatori di infiammazione, questo ci fa capire quanto sia importante socializzare, sia per noi che per i nostri cari, in tutte le fasce di età.

In questo articolo vediamo quali sono le ripercussioni della solitudine nella salute, in particolare invecchiando.

La solitudine cresce l’ipervigilanza

La solitudine viene percepita dal nostro cervello come uno stato di stress e di ipervigilanza (allerta) continua, che aumenta la risposta  “combatti o fuggi” (fight or flight) e ci predispone a essere più diffidenti e a sentirci minacciati, quindi più aggressivi.
Le persone che sono sole hanno anche scarse capacità decisionali e mostrano una diminuzione dell’apprendimento e della memoria.
In seguito a lunghi periodi di solitudine, gli esseri umani possono sperimentare un cambiamento nel loro comportamento e nel modo in cui interagiscono con l’ambiente.
Questo è dovuto a una riscrittura delle sinapsi, il collegamento tra neuroni.

Uno studio ha sottoposto dei topi a due settimane di isolamento. Al termine i topi mostravano un aumentato livello di sostanze nel cervello correlate allo stress.
Questo li ha resi più paurosi e inclini a reazioni irregolari.

In un altro studio i ricercatori hanno messo dei topi in isolamento per un mese. Al termine dell’esperimento hanno constatato che i topi avevano delle cellule nervose più piccole in alcune aree del cervello e in generale la dimensione dei neuroni si era ridotta di circa il 20%. 

Le persone sole sono più suscettibili alle malattie

Il sistema immunitario di una persona sola risponde in modo diverso alla lotta contro i virus, rendendola più predisposta allo sviluppo di malattie.

La solitudine può essere contagiosa

Questa affermazione è stata dimostrata con uno studio di 10 anni in cui i ricercatori hanno osservato come la solitudine si diffonda.
I risultati mostrano che le persone vicine a qualcuno che sperimentava la solitudine erano il 52% più predisposte a soffrire di solitudine.

La solitudine e l’isolamento sociale possono portare a un aumento del rischio di morte prematura

Ricerche hanno dimostrato che i malati di cuore con solitudine cronica sono 3 volte più suscettibili al rischio di morte rispetto ai loro colleghi più sociali.

I centenari e la solitudine

Nelle Zone Blu, posti in cui c’è una maggiore densità di centenari (per esempio sull’Isola di Okinawa in Giappone, in Grecia, in Sardegna, in Costarica, in una zona della California etc.), c’è una caratteristica che accomuna questi longevi, che sono arrivati in tarda età in una ottima forma fisica: la socializzazione. Sono persone che mangiano in modo semplice, cibi freschi di stagione e del posto, sono molto attivi, ma soprattutto comunicano tra di loro.
Stanno molto in compagnia, frequentano la chiesa, addirittura cantano e ballano insieme. Questo li fa sentire protetti, sentono che fanno parte di una comunità, non stanno a pensare alle preoccupazioni o agli anni che hanno.

Solitudine alla quale alcune persone sono costrette e solitudine per scelta.

La solitudine è differente dall’isolamento fisico. La solitudine è in realtà uno stato d’animo. Ci si può sentire soli anche in mezzo alle persone. Dipende da come si percepiscono le relazioni, da come si stabilisce o no la comunicazione e l’intesa.
Per una serie di motivi, molte persone si sentono sole, ma credo che la solitudine venga soprattutto quando si invecchia e tutti se ne vanno per la loro strada.

La solitudine accelera il morbo di Alzheimer

In molti casi le famiglie sono costrette a lasciare i propri anziani nelle case di cura, perché hanno un bisogno di assistenza continuo e chi ha un lavoro e dei bambini fa fatica a dare loro la giusta attenzione.
Più si sentono soli, più la malattia progredisce.
Ho visto che in alcune case di cura danno ai malati di Alzheimer delle bambole o cagnolini che sembrano veri, per alleviare i loro sintomi.
I malati sono increduli, non riescono a contenere la sorpesa. Questo giocattolo riempie un po’ del loro vuoto. Hanno ancora qualcuno da accudire, non si sentono più inutili.

Sicuramente queste bambole o cagnolini portano gioia ai malati di Alzheimer ed è una splendida iniziativa, ma questo mi fa pensare ancora di più alla solitudine con cui queste persone fanno i conti ogni giorno.

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A volte è troppo tardi

Dai racconti di infermieri o di chi ha assistito persone in fin di vita, risulta chiaramente che nessuno rimpiangeva qualcosa che ha fatto, ma qualcosa che non ha fatto, specialmente di non aver passato più tempo con i propri cari.
Nessuno pensava alle cose che avrebbe lasciato, ma alle persone che avrebbe perso.

L’importanza di chi è impegnato

Siamo sempre presi da mille impegni che ci sembrano importanti e rimandiamo il contatto con le persone a noi care. Ci rendiamo conto del loro valore solo quando le stiamo per perdere.
E’ diffusa la convinzione che più siamo impegnati, più siamo importanti.
Si corre continuamente, ma anziché vivere si sopravvive.

Ci lamentiamo che non abbiamo tempo, ma la verità è che ne perdiamo molto in cose senza valore, mentre i momenti più belli sono quelli vissuti con le persone più importanti della nostra vita. 

Come scriveva l’autrice Maya Angelou:
La vita non si misura in base al numero di respiri che facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro.

Bisogna distinguere tra la solitudine alla quale alcune persone sono costrette e la solitudine per scelta. 
A volte essere solo per un po’ di tempo ha dei benefici, ci permette di contemplare e mettere a fuoco la nostra vita.

Segui Tania Ansaldi:

Come quasi tutte le donne ho sperimentato per anni ogni tipo di dieta e intruglio per dimagrire, patendo molta fame. Ultimamente é cambiato qualcosa nella conoscenza e nella percezione del nostro organismo, e una sana dieta é diventato sinonimo di alimentazione salutare, per vivere meglio, che dura tutta la vita e che limita le nostre privazioni. Mangiare sano e fare un moderato esercizio fisico aiuta a vivere meglio. Mi sono appassionata a questi argomenti, e più li conoscevo, più mi accorgevo che c’era molto altro da scoprire, fino a quando mi sono resa conto che tutte le informazioni che mi hanno aiutata a conoscermi meglio potevano essere utili anche ad altri, e le racconto su questo blog.

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