La nostra struttura biologica è nata in un’epoca in cui l’accesso agli alimenti era occasionale e rappresentava un prezioso strumento di sopravvivenza.
Il grasso è il mezzo più semplice inventato dalla natura per immagazzinare energia nella forma più concentrata che si conosca: 1 g di grassi sviluppa 9 calorie.
Un organismo, la cui programmazione biologica si è evoluta poco dalle origini a oggi, attribuisce sempre la stessa importanza ai grassi corporei, che considera rassicuranti e preziosi, e reagisce ancora con una certa preoccupazione alla loro diminuzione.
Un organismo che dimagrisce corre il rischio di trovarsi completamente sprovvisto davanti al minimo incidente di percorso alimentare, ecco perché si sentirà biologicamente minacciato, e reagirà.
Tutte le sue reazioni saranno finalizzate a un solo obiettivo: riconquistare il più rapidamente possibile i grassi persi.
Il primo mezzo è quello di attivare e intensificare la sensazione di fame, responsabile del desiderio nei confronti del cibo.
Il secondo è quello di ridurre il dispendio energetico: appare la sensazione di affaticamento, che ha lo scopo di evitarci sforzi inutili e il bisogno di riposo e sonno, fonti di recupero energetico. I capelli e le unghie crescono più lentamente (per adattarsi alla diminuzione calorica, l’organismo entra in una specie di letargo).
Terzo mezzo, il più efficace, consiste nell’assimilare appieno le calorie alimentari e trarne il massimo profitto.
Aumento dell’appetito, riduzione di ogni dispendio e assimilazione massima delle calorie operano in modo sinergico per trasformare la persona dimagrita in un’autentica spugna per le calorie.
Per calcolare il giusto peso bisogna tener conto del fattore ereditario e dell’età (la possibilità di raggiungere un determinato peso è diversa a 20 anni e a 50 anni).
Sembra che al peso più basso dopo i 20 anni a ogni decade si debba aggiungere 800 grammi per la donna e 1200 grammi per l’uomo. Esiste poi una memoria biologica del corpo, che non può essere cancellata, che registra il peso massimo raggiunto, per esempio in gravidanza, e il corpo tenderà a raggiungerlo.
Non si deve mirare a un peso inadeguato alla propria natura. Ciò di cui si ha bisogno è vivere con un peso in cui ci si sente a proprio agio, e mantenerlo rappresenta già un grande impegno.
Più si tenta di diminuire il peso di un organismo, più questo sarà reattivo e punterà verso l’alto. E’ necessario scegliere con cura un peso stabilizzabile sufficientemente elevato perché lo si possa raggiungere senza perdersi per strada, ma abbastanza basso da essere gratificati e dare un senso di benessere tale da sentirsi motivati a mantenerlo.
Il semplice trascorrere del tempo senza trasgressioni eccessive permetterà all’organismo reattivo e sempre in allerta di abbassare la guardia.
Un pasto abbondante che prima della dieta avrebbe avuto un effetto insignificante, dopo la dieta avrà effetti molto più pesanti.
E’ proprio alla fine di una dieta che bisogna essere prudenti e non cedere alle vecchie abitudini!
Lascia un commento